I mercati tremano e a dieci giorni dal voto del 23 giugno la tensione sale. Si temono i contraccolpi economici e sociali dell'uscita dall'Ue. E le pressioni a votare "Remain" aumentano. Il ministro tedesco Schäuble: «In è in, out è out»

I mercati tremano per Brexit ma anche in Gran Bretagna, a dieci giorni dal voto del 23 giugno sull’uscita dall’Unione europea, la tensione sale. Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha spiegato che se gli elettori scelgono di lasciare l’Ue, il Paese avrà davanti sette anni di limbo. Secondo Tusk, anche se i negoziati con gli altri Stati membri per definire le condizioni dell’uscita potrebbero essere completati entro due anni, la ratifica del nuovo status della Gran Bretagna potrebbe richiedere molto più tempo.

Dopo la Brexit andrebbero infatti affrontate questioni come la determinazione delle tariffe che l’Ue applicherebbe alle merci inglese o le restrizioni alla libera circolazione. «Ogni singolo Stato membri, nonché il Parlamento europeo, dovrebbe approvare il risultato complessivo. Ci vorrebbero almeno cinque anni e, temo, senza alcuna garanzia di successo», ha detto Donald Tusk in un’intervista alla tedesca Bild.

Come la pensano i britannici sulla Brexit. ANSA/CENTIMETRI
Come la pensano i britannici sulla Brexit.
ANSA/CENTIMETRI

Mentre i sondaggi confermano l’incertezza dell’esito del voto, gli attivisti di Vote Leave, i pro Brexit, si dichiarano invece più ottimisti sul processo e sui tempi di uscita, considerandolo più semplice di quanto lasciano presagire i loro avversari, e puntano tutto sulla possibilità di stipulare nuovi accordi commerciali con gli Stati non appartenenti all’Ue. Dall’altra parte della barricata, però, trovano il fuoco di fila dei leader europei, a cominciare proprio dal loro premier, David Cameron, che parla di «un decennio di incertezza» nel caso di Brexit.

La cancelliera tedesca Angela Merkel ha aggiunto che l’uscita dall’Ue ridurrebbe il potere negoziale del regno Unito nei confronti dei Paesi extraeuropei e il suo ministro delle Finanze, Wolfgang Schäuble ha aggiunto che Brexit  sarebbe una perdita pesante per l’Europa ma significherebbe la fine dell’accesso al mercato unico europeo per i britannici. «In è in, out è out» ha commentato Schäuble.

L’ultimo allarme è giunto da un deputato conservatore britannico, Andrew Tyrie, che presiede il comitato ristretto del Tesoro, che ha analizzato l’impatto economico della Brexit. Il deputato ha spiegato che si avrebbe nell’immediato uno shock economico, riducendo il volume degli scambi e a ricasco il tenore di vita dei britannici. Nel lungo periodo le previsioni sono meno univoche ma un dato di fondo sembra emergere con chiarezza: la riduzione degli scambi con i Paesi partner del mercato unico europeo sarebbe superiore all’eventuale aumento delle relazioni commerciali con i paesi extra Ue.