La Corte suprema degli Stati Uniti ha dato un colpo ai tentativi degli Stati a guida repubblicana di abolire l'aborto con strumenti legali surrettizi. Per limitare o impedire le interruzioni di gravidanza senza vietarle per legge, molti Stati introducono ostacoli e limiti che rendono di fatto impossibile praticare l'aborto ma senza vietarlo - che sarebbe incostituzionale dopo la storica sentenza Roe contro Wade del 1973. Ieri è stata la volta della dichiarazione di incostituzionalità di una legge del Texas che prevedeva che le cliniche che praticano l'aborto avessero sale chirurgiche con standard da struttura ospedaliera e che i medici che in queste lavorano avessero anche un posto in un ospedale vicino alla clinica. La scusa era quella di tutelare la salute delle donne, come se una clinica che ha gli standard per praticare l'interruzione di gravidanza fosse meno attrezzata per farlo - o se queste venissero praticate in ambienti non sterili da personale scelto a caso. La legge aveva ridotto il numero di cliniche che praticano gli aborti da 40 a 20 in pochi mesi e il numero sarebbe arrivato a 10. «Gli ostacoli imposti dalla legge texana restringono il diritto costituzionale delle donne e non garantiscono nessuna tutela in più per la salute delle donne» ha scritto la giudice Breyer nel suo parere, votato a maggioranza 5 a 3, con il moderato Kennedy, ago della bilancia della Corte, che si è schierato con le tre donne giudice. Contro i conservatori Alito, Roberts e Thomas. Si tratta di una vittoria importante perché gli Stati che hanno approvato leggi simili a questa per ridimensionare questo diritto sono diversi: quelle misure ora verranno sfidate in tribunale con questa sentenza che fa giurisprudenza. La decisione dell'Alta corte è tanto più importante perché in questa fase, a causa dell'ostruzionismo dei repubblicani, che si rifiutano di dare il loro assenso alla nomina del giudice Garland perché, dicono, un presidente uscente non può nominare giudici. Falso, lo hanno fatto in moltissimi, sia democratici che repubblicani: se un giudice si ritira o muore, il posto va riempito. In queste settimane è spesso capitato che la corte non raggiungesse una maggioranza perché i giudici si dividevano quattro contro quattro.

La Corte suprema degli Stati Uniti ha dato un colpo ai tentativi degli Stati a guida repubblicana di abolire l’aborto con strumenti legali surrettizi. Per limitare o impedire le interruzioni di gravidanza senza vietarle per legge, molti Stati introducono ostacoli e limiti che rendono di fatto impossibile praticare l’aborto ma senza vietarlo – che sarebbe incostituzionale dopo la storica sentenza Roe contro Wade del 1973.

Ieri è stata la volta della dichiarazione di incostituzionalità di una legge del Texas che prevedeva che le cliniche che praticano l’aborto avessero sale chirurgiche con standard da struttura ospedaliera e che i medici che in queste lavorano avessero anche un posto in un ospedale vicino alla clinica. La scusa era quella di tutelare la salute delle donne, come se una clinica che ha gli standard per praticare l’interruzione di gravidanza fosse meno attrezzata per farlo – o se queste venissero praticate in ambienti non sterili da personale scelto a caso.

La legge aveva ridotto il numero di cliniche che praticano gli aborti da 40 a 20 in pochi mesi e il numero sarebbe arrivato a 10. «Gli ostacoli imposti dalla legge texana restringono il diritto costituzionale delle donne e non garantiscono nessuna tutela in più per la salute delle donne» ha scritto la giudice Breyer nel suo parere, votato a maggioranza 5 a 3, con il moderato Kennedy, ago della bilancia della Corte, che si è schierato con le tre donne giudice. Contro i conservatori Alito, Roberts e Thomas.

Si tratta di una vittoria importante perché gli Stati che hanno approvato leggi simili a questa per ridimensionare questo diritto sono diversi: quelle misure ora verranno sfidate in tribunale con questa sentenza che fa giurisprudenza. La decisione dell’Alta corte è tanto più importante perché in questa fase, a causa dell’ostruzionismo dei repubblicani, che si rifiutano di dare il loro assenso alla nomina del giudice Garland perché, dicono, un presidente uscente non può nominare giudici. Falso, lo hanno fatto in moltissimi, sia democratici che repubblicani: se un giudice si ritira o muore, il posto va riempito. In queste settimane è spesso capitato che la corte non raggiungesse una maggioranza perché i giudici si dividevano quattro contro quattro.