La Corte Costituzionale ha accolto il ricorso del Partito delle libertà austriaco, che ha contestato il voto per «presunte irregolarità». Sotto accusa il voto per corrispondenza, scrutinato prima dell'arrivo dei garanti. Sentenza storica per l'Austria

Si disputerà nuovamente il ballottaggio per la scelta del Presidente della Repubblica austriaco. Lo ha deciso stamattina la Corte Costituzionale, dopo che il Partito delle libertà austriaco (Fpoe) aveva presentato un ricorso per «presunte irregolarità» con cui si sarebbe tenuto il voto. Le elezioni erano state vinte lo scorso 22 maggio dal verde Alexander Van Der Bellen, che aveva sconfitto lo sfidante, l’ultra-nazionalista Norbert Hofer, dell’Fpoe, per soli 30mila voti in più. Decisivi per la vittoria del candidato verde furono i voti arrivati per corrispondenza, che gli permisero di sconfiggere l’estrema destra con un 50,3% contro il 49,7%. Capovolgendo il risultato del primo turno, in cui Hofer aveva ottenuto il 34% dei consensi contro il 21% di van Der Bellen.

L’Fpoe contesterebbe proprio i voti arrivati per corrispondenza, scrutinati, secondo il partito di destra, prima dell’arrivo della Commissione elettorale. Le irregolarità confermate dalla Corte costituzionale riguardano oltre 77mila voti, abbastanza per cambiare l’esito della consultazione e dare all’Austria – e anche all’Europa – per la prima volta nella storia, un Presidente di estrema destra.

«Le elezioni sono il fondamento della nostra democrazia e il nostro compito è di garantirne la regolarità. La sentenza deve rafforzare il nostro stato di diritto» ha detto il presidente della Corte costituzionale Gehrart Holzinger, prima di leggere la sentenza che ha annullato il ballottaggio. È la prima volta che in Austria viene annullato un ballottaggio: nel 1970 e nel 1975 erano stati annullati i voti di alcuni collegi, ma non era mai successo in tutto il paese. Il ballottaggio dovrebbe disputarsi tra settembre e ottobre. Ma non si sa ancora di preciso.