lo storico dell'arte Tomaso Montanari ha accettato l'incarico di consigliore per la cultura a Roma e a Sesto fiorentino. «Due interessanti laboratori», dice illustrando le priorità per la tutela e il rilancio del patrimonio d'arte e del territorio

Professor Tomaso Montanari, Sesto Fiorentino e Roma saranno due laboratori politici? Come consigliere per la cultura lei si batterà per la piena applicazione dell’articolo 9 della Costituzione che tutela paesaggio e patrimonio d’arte. In questi due Comuni proverà a contrastare la linea del governo Renzi che tratta i musei come supermercati e mette a rischio il territorio con lo Sblocca Italia?
Comincerei col dire che Roma e Sesto sono due laboratori assai diversi per dimensioni, e per natura politica della giunta. Ma in comune hanno l’idea che non dobbiamo per forza scegliere tra la mercificazione ultraliberista e sgangherata di Renzi e Franceschini e la decadenza materiale del patrimonio culturale: nel mezzo c’è la via che considera il patrimonio culturale un bene comune, palestra di cittadinanza. Vorrei sottolineare che mentre il Pd sceglie attraverso il filtro della fedeltà al capo, sia a Sesto che a Roma sono stato cercato da persone che non mi conoscevano, ma che condividevano ciò che ho scritto e che dico. A queste condizioni, chi fa il mio mestiere ha il dovere morale di dare consigli a chi governa.
Con sindaci come lo storico dell’arte Argan e come Petroselli, che si avvalse dell’urbanista Insolera e dell’archeologo La Regina, Roma e il suo patrimonio d’arte hanno conosciuto momenti alti di tutela in passato. Ora il suo lavoro di consigliere della giunta Raggi di cui fa parte l’urbanista Paolo Berdini potrebbe rinnovare quella stagione. Quali sono le priorità?
Per il pochissimo che dipende da me, ce la metterò tutta, quando questo gruppo di consiglieri per la cultura sarà ufficialmente creato. Io credo che ci dobbiamo provare, tutti insieme: e la presenza di Paolo Berdini è una straordinaria garanzia. Dovessi indicare le priorità della cultura direi: fuori la gestione privatistica della cultura pubblica; il progetto di una grande Appia libera e pedonale dal Colosseo a Cecilia Metella; fare dei Musei Capitolini il museo più civico d’Europa.
Mentre il ministro Franceschini si impegna molto per l’arena del Colosseo con ingenti investimenti, i lavoratori che lo tengono aperto hanno visto il loro diritto di sciopero compresso con una legge ad hoc. Cosa ne pensa?
Penso che Dario Franceschini sia il peggior ministro per i Beni culturali della storia della Repubblica: ha distrutto il modello italiano di tutela. E il Colosseo è il simbolo di questo strazio. Franceschini lo trasforma in una location per fare spettacoli a pagamento, immaginando un patrimonio culturale al servizio di spettatori-clienti-consumatori. Concepire la cultura come puro intrattenimento decerebrante è una scelta commerciale che si rivolge ad un pubblico abbiente. E forse si capisce perché a Roma il Pd vinca solo nei quartieri centrali e benestanti. Quanto ai lavoratori, Franceschini è stato terribilmente scorretto: l’assemblea era legale e comunicata per tempo, ma il Ministero ha preferito non avvisare i visitatori e far scoppiare un caso montato artatamente. Qual era lo scopo di questa mistificazione? Un noto documento programmatico della banca d’affari americana JP Morgan del giugno 2013 additava tra i problemi «dei sistemi politici della periferia meridionale dell’Europa» il fatto che «le Costituzioni mostrano una forte influenza delle idee socialiste»: bisognava dunque rimuovere, tra l’altro, le «tutele costituzionali dei diritti dei lavoratori» e «la licenza di protestare se vengono proposte sgradite modifiche dello status quo».
I funzionari della soprintendenza capitolina con la Cgil hanno scritto nei mesi scorsi un comunicato sindacale durissimo in cui denunciavano riduzione di organico, mortificazione delle competenze attraverso esternalizzazioni e richiami disciplinari per chi osa denunciare lo status quo. Un suo commento?
Condivido ogni frase di quel comunicato: la soprintendenza capitolina è un corpo in agonia, “commissariato” da Zetema e ormai giunta ad un bivio drammatico: o essere soppressa, o riprendere, vita, competenza, finanziamenti, strategie. Personalmente consiglierò di seguire questa seconda strada, dopo aver preso misure radicali…..

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