Il mondo secondo la Cantantessa. Che denuncia la mortificazione della cultura, e si appella all’umanità e alla capacità delle donne di «trasformare il dolore in opportunità». A colloquio con Carmen Consoli

«Left… cioè siete mancini?», ride Carmen Consoli mentre prende posto sul divano di Palazzo Farnese, a Roma. È simpatica, ironica, acuta, ha gli occhi vispi e l’aria serena. È autentica. Con gli occhi neri incorniciati in una pelle di pesca, da fare invidia a una ventenne, sfodera un umore raggiante. E il colloquio avviene in forma bilingue, sono troppe le espressioni in siciliano a cui non intende rinunciare. Tradotte, del resto, perderebbero in colore e intensità.

«AAA Cercasi signorina intraprendente, giovane brillante, ma più di ogni altra cosa dolce e consenziente». Sono passati dieci anni da quando la cantavi, era il 2006, come stanno oggi le donne?
Male, ci dicono i dati del telefono rosa, di cui faccio parte. La situazione non è migliorata, le associazioni come il telefono rosa non hanno molti aiuti, il che vuol dire che si tende a parlare dei fatti come puro gossip. E, quindi, a creare casi per l’audience televisivo, a diffondere le notizie tragiche sulla violenza perpetrata sulle donne, ma senza parlare di soluzioni. Non si parla di provvedimenti, ma di dettagli morbosi che potrebbero persino ispirare possibili femminicidi! Quindi no, purtroppo la situazione non è cambiata. Anzi, si è persino tornati a parlare di reinserire il delitto d’onore… pur di motivare l’uccisione di un altro essere umano, della donna nello specifico.
E «i funzionari della questura continuano a dire che non c’è alcuna ragione di avere paura!». L’anno scorso torni sull’argomento con la “Signora del quinto piano”. Cruda, crudissima.
Eppure non mi sono discostata troppo dalla realtà (sorride amara), racconto una donna murata viva, nella realtà è successo anche di peggio.
Ed è stato ogni volta raccontato, talvolta anche nei minimi dettagli, anche i più morbosi.
Credo che, in generale, si stia perdendo di vista il rispetto verso gli altri esseri umani. Non bisogna fare confusione tra il progresso tecnologico e il progresso umano. Dev’essere cominciato tutto un ventennio fa, insieme alla mortificazione della cultura, quando sono stati presi provvedimenti seri contro la cultura. Ricordi le “tre i” della Moratti? Inglese, Internet, Impresa. Non c’è stato più spazio per la C, di cultura. E così si è impoverito il terreno dell’animo umano, fino ad arrivare a un agire che fa parte di “mondi bassi”: un agire primitivo, un ritorno a quando si dovevano ancora scrivere le leggi, a prima che venissero disciplinate le comunità civili.

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