Dall'invasione programmata da Clinton alle maniere forti di Salvini: i leader della destra mondiale chiamano alle armi e fanno il gioco dell'Isis

Le sciocchezze più colossali – dopo quelle dell’eurodeputata Gardini sul reato di tortura – le ha dette Donald Trump a Bill O’Reilly, il più seguito anchorman di FoxNews, la Tv che ha contribuito non poco a creare la cultura di destra populista che è diventata maggioritaria nel partito repubblicano. A domanda: «Chiederesti al Congresso i poteri di guerra in questa situazione?», The Donald risponde: «Certo che lo farei, questa è una guerra. Se guardi a questa guerra, ti accorgi che arriva da luoghi diversi. Abbiamo a che fare con una guerra contro gente senza uniforme. Ai vecchi tempi avresti avuto soldati in uniforme, sapevi contro chi combattevi. Questa gente…stiamo facendo entrare di tutto nel nostro Paese, non abbiamo idea di chi siano, da dove vengano, chi siano, non hanno carte o documenti e in molti casi Hillary Clinton vuole farne entrare il 550% più di quanti non ne abbia lasciati entrare Obama. E lui ne sta facendo entrare a migliaia».

Trump, insomma, vuole dichiarare guerra ma non sa bene contro chi. Quel che sa per certo è che vuole fare la Terza guerra mondiale e che chiederebbe poteri speciali, senza sapere in che direzione muoversi e, infine, che Hillary vuole fare entrare il 550% in più di terroristi nel Paese. Da dove venga quel 550% non lo sapremo mai, ma sappiamo per certo che a sentire queste parole, come la proposta di vietare ai musulmani l’ingresso negli Stati Uniti, Al Baghdadi e i suoi sodali hanno battuto le mani. Obiettivo dell’Isis è infatti alimentare lo scontro di civiltà, farlo crescere usando il risentimento anti-islamico e ciò he questo, a sua volta genera in Medio Oriente e nelle comunità musulmane del mondo. Ne sanno qualcosa proprio gli americani, che da Guantanamo e Abu Ghraib in poi hanno fornito strumenti di propaganda formidabili ai nemici terroristi.
Ovviamente Trump non è il solo a dichiarare guerre. Marine Le Pen affida la reazione a un comunicato nel quale chiede una «La guerra contro la piaga del fondamentalismo islamico chenon è ancora iniziata, e che è urgente dichiarare». Obbiettivo è «sradicare la piaga dell’integralismo islamico».

Stesso tono, anzi, peggiore, è quello di Geert Wilders, leader del PVV, il partito della libertà olandese. Il suo nemico, da sempre, sono i musulmani e, dunque, anche lui, alimenta l’odio con un tweet che recita: «Questa è una guerra che non finirà fino a quando non chiudiamo i confini all’Islam e non de-islamizzeremo le nostre società».

Matteo Salvini, che dopo un passato nel quale voleva lasciare Roma Ladrona, oggi è il campione dei No Euro-NoIslam-prima gli italiani ci spiega che è ora di usare le maniere forti. Contro chi? Contro cosa e in che direzione, naturalmente non lo dice: alimentare paura, seminare un poco di odio sembra essere il punto. Obbiettivo sono i consensi, che alle ultime amministrative non sono arrivati.

A questa serie di dichiarazioni di guerra aggiungiamo quella di Giorgia Meloni che vuole spazzare via l’Isis e, come in molti avranno visto sui social network, introdurre il reato di integralismo islamico. Non è demagogia priva di senso dal punto di vista giuridico la sua, è proprio che, una volta introdotto il reato, i giudici potranno determinare, sulla base delle loro conoscenze approfondite del Corano, cosa si debba intendere per islamismo moderato e estremismo. Come se il codice penale non fosse pieno di articoli buoni per mandare a processo chi incita all’odio, chi invita a compiere attentati e così via. Come dite? Non è questo che interessa a Meloni, Trump, Salvini e Le Pen? Probabilmente avete ragione.