Un video riprende la scena paradossale e drammatica: l'operatore della residenza che ha ritrovato il ragazzo fuggito, a terra e con le mani alzate, viene ferito

Ci risiamo: mentre alla convention repubblicana una parte degli oratori insulta Black Lives Matter ed elogia il lavoro dei poliziotti, senza fare quello che dovrebbe fare la politica, ossia cercare delle soluzioni a un problema reale, c’è un nuovo episodio di eccessivo uso della forza. Stavolta per fortuna non è morto nessuno, c’è solo un ferito. Miami, un ragazzo affetto da autismo scappa dalla residenza assistita dove è ospitato, il terapista che lavora nella struttura lo trova e sta cercando di convincerlo a tornare a casa. Poi arriva una volante e la situazione cambia. L’episodio risale a lunedì ma ieri notte è stato diffuso un video che descrive i fatti in maniera inequivoca.

Charles Kinsey, il terapista afroamericano che lavora nella residenza parlava con il ragazzo quando la pattuglia è arrivata in risposta a una chiamata che riferiva come ci fosse un uomo armato che minacciava il suicidio.

Nel video sentiamo Kinsey gridare «Tutto quello che ha in mano è un camion giocattolo….Un camion giocattolo. Io sono un terapeuta comportamentale in una casa famiglia». L’uomo grida anche di non sparare, spiega, tiene le mani alzate e invita il ragazzo a stare fermo, a sdraiarsi. Ma il poliziotto, che è li per fermare un suicida (anche se in verità non si tratta di questo), spara al nero giunto in suo soccorso.

In un’intervista Kinsey ha raccontato di aver chiesto: «Perché mi hai sparato?». La risposta è stata «Non so». E poi aggiunge: «Mi dicevo, ho le mani alzate, forse è il ragazzo che rischia. Non spareranno a me…wow, se mi sbagliavo».