La storia delle Olimpiadi, fatta di imprese, record, medaglie,raccontata conmanifesti che sono stati creati ad ogni edizione da artisti e creativi di tutto il mondo. In attesa di Rio 2016 una galleria dei poster più belli

La storia delle Olimpiadi è fatta di imprese grandiose, record battuti, medaglie conquistate, ma può essere raccontata anche tramite i manifesti ufficiali che sono stati creati ad ogni edizione da artisti e creativi di tutto il mondo. In attesa di veder iniziare i giochi di Rio 2016 abbiamo selezionato una galleria dei poster più belli, molti dei quali sono dei veri e propri gioielli illustrati che permettono di ripercorrere tendenze e stili che hanno fatto la storia del graphic design.

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Mosca 1980, siamo in piena guerra fredda e gli Stati Uniti non partecipano a questa edizione dei giochi, gli italiani in compenso fanno il pieno di medaglie. Nel 1984 con le Olimpiadi di Los Angeles saranno invece i russi a disertare le competizioni per evitare di mettere piede sul suolo americano.

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Olimpiadi di Tokio del 1964

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Manifesto delle Olimpiadi di Monaco del 1972, tristemente famose per il massacro compiuto dall’organizzazione terroristica palestinese Settembre Nero contro gli atleti della squadra israeliana, prima presi in ostaggio e poi uccisi, a quanto pare da recenti rivelazioni anche a seguito di sevizie e torture. Morirono 11 atleti israeliani, 5 terroristi e 1 poliziotto tedesco.

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Nel 1988 le olimpiadi si tengono in Corea del Sud. Partecipano 159 Stati, esclusi Cuba, Etiopia e Corea del Nord. Il tennis ritorna ad essere una disciplina olimpica. L’evento è stato segnato da casi di doping. Il 24 settembre, il canadese Ben Johnson vince il titolo nei 100 metri piani davanti a Carl Lewis con il tempo record di 9″79: tre giorni dopo, risultando positivo ai test antidoping, viene squalificato dal Comitato Olimpico Internazionale con l’annullamento della vittoria e del primato.

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È il 1996 i giochi tornano a svolgersi negli Usa, ad Atlanta.

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Atene 2004

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Un altro poster di Mosca 1980

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È la volta del Canada. I Giochi della XXI Olimpiade a Montreal furono la prima delle tre edizioni dei Giochi Olimpici consecutive in cui un nutrito gruppo di stati, sempre diverso in tutte e tre le edizioni, per ragioni principalmente politiche, boicotterà la manifestazione sportiva in segno di protesta. Le Olimpiadi di Montréal 1976 furono boicottate da 27 paesi africani, uno asiatico (l’Iraq) e uno americano (la Guyana). Il motivo di tale gesto fu giustificato come un segno di protesta nei confronti della Nuova Zelanda e in particolare della sua squadra di rugby, che secondo alcune fonti si era recentemente recata in tour nel Sudafrica dell’apartheid nonostante il boicottaggio sportivo in atto, dove aveva giocato con altre squadre composte esclusivamente da bianchi.

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Uno dei poster ufficiali di Rio 2016. I giochi inizieranno il 5 agosto, tra le squadre in gara anche una squadra composta interamente da rifugiati provenienti da varie parti del mondo e rimasti senza una squadra nazionale con la quale poter gareggiare.

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Un altro degli splendidi manifesti di Monaco 1972

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Un’edizione giapponese del manifesto delle Olimpiadi di Roma del 1960. Il poster è stato realizzato da Armando Testa uno dei pubblicitari più famosi e noti della storia del Belpaese.

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Olimpiadi di Berlino, è il 1936 al potere è salito da tre anni Adolf Hitler e sono state promulgate le leggi razziali. Il comitato olimpico tedesco, in conformità alle direttive naziste, impedì ai tedeschi di origine ebrea o rom di partecipare ai Giochi olimpici; l’unica ebrea tedesca a prendervi parte fu la fiorettista Helene Mayer. È leggenda assai diffusa, ma si tratta di narrazione priva di fondamento, come dichiarato dallo stesso Jesse Owens, il rifiuto di Hitler di riconoscerne le vittorie. Egli infatti non celebrò alcuna vittoria, ma anzi mentre l’atleta statunitense passava sotto la tribuna d’onore venne salutato da Hitler con un gesto della mano al quale egli rispose.[5] Al contrario fu Franklin D. Roosevelt, in quel periodo impegnato in un’elezione e preoccupato della reazione degli Stati del Sud, a cancellare un appuntamento con il pluriolimpionico alla Casa Bianca.

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Un altro splendido manifesto dell’edizione delle Olimpiadi di Monaco del 72

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Giochi olimpici di Helsinki del 1952

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Messico 1968. Il 2 ottobre, dieci giorni prima dell’apertura dei Giochi, nella Piazza delle Tre Culture a Città del Messico un gruppo di studenti manifestò pacificamente per protestare la grossa spesa sostenuta dal presidente Gustavo Diaz Ordaz per costruire gli impianti sportivi. I soldati, non si sa se per ordine diretto del presidente, iniziarono a sparare ad altezza d’uomo. Fu una strage, ancora non è noto il numero dei morti. Messico 68 è anche ricordate per la premiazione dei 200 metri piani, durante la quale lo statunitense afroamericano Tommie Smith, vincitore a tempo di record del mondo, e il suo connazionale John Carlos, terzo classificato, alzarono il pugno chiuso guantato in nero in segno di protesta contro il razzismo negli Usa e in risalto delle lotte delle Black Panthers. Con loro sul podio c’era anche Peter Norman, australiano, che sfoggiò una spilla in favore dei diritti umani.

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Londra 1948, sono le prime Olimpiadi dopo la seconda guerra mondiale dopo la mancata disputa della XII e della XIII Olimpiade, nell’agosto del 1945, a pochi giorni dalla fine delle ostilità. Gli organizzatori dovettero affrontare non poche difficoltà per nutrire gli atleti e per alloggiarli, oltre a dover sopportare le bizzarrie del cattivo tempo. Furono approntate soluzioni economiche: le gare di nuoto si svolsero nel Tamigi, le gare di ciclismo trovarono posto nell’ampio parco di Windsor. Fu ricostruita la pista di atletica nello stadio di Wembley, dove si erano svolti i precedenti Giochi del 1908. Non fu edificato nessun villaggio olimpico: gli atleti alloggiavano in collegi e capannoni militari. I più fortunati furono gli americani, che vennero riforniti di generi alimentari direttamente dal loro paese, tramite un ponte aereo.

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Monaco 1972.

 

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Parigi 1924

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Londra 2012, l’ultima edizione dei giochi prima di Rio 2016.

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Tokyo 1964. Per la prima volta, in tutto l’emisfero settentrionale le immagini delle gare vennero diffuse grazie al satellite statunitense Syncom III.