Giovedì 21 luglio, ore 7,30. Al quartiere Pigneto di Roma la polizia fa irruzione al Point break, lo studentato occupato dal 2009 dal movimento studentesco romano. Erano i giorni del movimento dell'Onda e, in quei giorni, lo stabile vuoto e in stato di abbandono fin dagli anni Ottanta, è stato occupato da studenti e precari. Point break è la prima esperienza di studentato occupato di Roma, una città «dove una parte rilevante di studenti e precari è di fatto privata della possibilità di avere un alloggio». In questi sette anni, rivendicano dallo studentato, «abbiamo riqualificato uno spazio rendendolo uno spazio abitabile e attraversabile dal quartiere». E, ancora, «ci siamo opposti al degrado sociale che in maniera sempre più intensa ha trasfigurato il quartiere, da un lato mercificandolo all’estremo e dall’altro lasciando spazio al narcotraffico». Ma stamane è arrivato quello che dal Point break definiscono uno «sgombero a orologeria», che «avviene all’indomani della grandissima assemblea del percorso Decide Roma che si è svolta a piazza dei Sanniti con la partecipazione dell’assessore all’Urbanistica e Infrastrutture Paolo Berdini, delegato per l’occasione dalla Giunta Raggi appena insediata». L’assemblea straordinaria, a cui fanno riferimento, si inserisce nel percorso di opposizione alla svendita del patrimonio pubblico e allo sgombero violento delle centinaia di realtà sociale e associative di Roma. «L’assemblea che si è svolta ieri, è stata un grande esercizio di democrazia dal basso e partecipazione cittadina», proseguono gli studenti e precari di Point Break, «nel quale si è avviato un confronto con la nuova Amministrazione verso il riconoscimento dei Beni Comuni Urbani». point break Mentre in città si discute della possibilità per una nuova negoziazione sociale, insomma, «i corpi di Polizia forzano per riportare il piano del confronto politico della città di Roma nello spazio angusto del rispetto della legalità formale e della difesa della rendita immobiliare», denunciano gli studenti e i precari. Lo stabile occupato da Point break è un edificio di proprietà privata, «ed è parte di quell’immenso patrimonio immobiliare lasciato in disuso nella città», precisano, «uno dei tanti simboli di quel processo di gentrificazione e speculazione dei quartieri popolari. Da anni i proprietari preferiscono tenere gli stabili vuoti e gli affitti alle stelle espellendo di fatto dai quartieri gli studenti e i precari». Mentre scriviamo, ci dicono dallo studentato, «è in corso l’occupazione del V Municipio per chiedere alle istituzioni, Giunta comunale, Regione e Municipio, una presa di posizione netta, di farsi carico immediatamente del problema abitativo degli studenti e precari sgomberati e di chiarire in che modo modo intendano affrontare l’emergenza abitativa e la garanzia del diritto allo studio. Il presidente del V Municipio ha assicurato di non essere stato messo a conoscenza dello sgombero di questa mattina: dato preoccupante che esplicita ancor di più la gravità dell’accaduto».

Giovedì 21 luglio, ore 7,30. Al quartiere Pigneto di Roma la polizia fa irruzione al Point break, lo studentato occupato dal 2009 dal movimento studentesco romano. Erano i giorni del movimento dell’Onda e, in quei giorni, lo stabile vuoto e in stato di abbandono fin dagli anni Ottanta, è stato occupato da studenti e precari.

Point break è la prima esperienza di studentato occupato di Roma, una città «dove una parte rilevante di studenti e precari è di fatto privata della possibilità di avere un alloggio». In questi sette anni, rivendicano dallo studentato, «abbiamo riqualificato uno spazio rendendolo uno spazio abitabile e attraversabile dal quartiere». E, ancora, «ci siamo opposti al degrado sociale che in maniera sempre più intensa ha trasfigurato il quartiere, da un lato mercificandolo all’estremo e dall’altro lasciando spazio al narcotraffico».

Ma stamane è arrivato quello che dal Point break definiscono uno «sgombero a orologeria», che «avviene all’indomani della grandissima assemblea del percorso Decide Roma che si è svolta a piazza dei Sanniti con la partecipazione dell’assessore all’Urbanistica e Infrastrutture Paolo Berdini, delegato per l’occasione dalla Giunta Raggi appena insediata». L’assemblea straordinaria, a cui fanno riferimento, si inserisce nel percorso di opposizione alla svendita del patrimonio pubblico e allo sgombero violento delle centinaia di realtà sociale e associative di Roma. «L’assemblea che si è svolta ieri, è stata un grande esercizio di democrazia dal basso e partecipazione cittadina», proseguono gli studenti e precari di Point Break, «nel quale si è avviato un confronto con la nuova Amministrazione verso il riconoscimento dei Beni Comuni Urbani».

point break

Mentre in città si discute della possibilità per una nuova negoziazione sociale, insomma, «i corpi di Polizia forzano per riportare il piano del confronto politico della città di Roma nello spazio angusto del rispetto della legalità formale e della difesa della rendita immobiliare», denunciano gli studenti e i precari.

Lo stabile occupato da Point break è un edificio di proprietà privata, «ed è parte di quell’immenso patrimonio immobiliare lasciato in disuso nella città», precisano, «uno dei tanti simboli di quel processo di gentrificazione e speculazione dei quartieri popolari. Da anni i proprietari preferiscono tenere gli stabili vuoti e gli affitti alle stelle espellendo di fatto dai quartieri gli studenti e i precari».

Mentre scriviamo, ci dicono dallo studentato, «è in corso l’occupazione del V Municipio per chiedere alle istituzioni, Giunta comunale, Regione e Municipio, una presa di posizione netta, di farsi carico immediatamente del problema abitativo degli studenti e precari sgomberati e di chiarire in che modo modo intendano affrontare l’emergenza abitativa e la garanzia del diritto allo studio. Il presidente del V Municipio ha assicurato di non essere stato messo a conoscenza dello sgombero di questa mattina: dato preoccupante che esplicita ancor di più la gravità dell’accaduto».