C'era da aspettarselo: la Camera boccia la legge sul dimezzamento delle indennità dei Cinquestelle. La cosiddetta "legge Lombardi" è stata rispedita in commissione Affari costituzionali. Contrarie alla bocciatura, tutte le opposizioni dell'Emiciclo, da Sinistra italiana a Fratelli d'Italia. schermata-2016-10-25-alle-16-58-42   A niente erano serviti gli appelli ammorbiditi di Beppe Grillo, oggi in tribuna per assistere alla votazione, che vestendo - letteralmente - i panni di un francescano, lanciava il "Pace e bene Day" accompagnandolo con l'hashtag #siategenerosi e invocando perfino il Papa pacebeneday «Nessun parlamentare morirà di fame o stenti», assicurava. E questo è vero, perché la proposta di legge non rivoluzionava particolarmente gli stipendi della casta. Si al dimezzamento, si al tetto sulle spese di soggiorno e di viaggio entro il limite massimo di euro 3.500 mensili, e pubblicazione online dell'estratto conto delle carte di credito, ma resta il rimborso spese di 3.690 mensili e resta l'indennità di fine mandato, il cui importo è commisurato all’importo dell’indennità da parlamentare (5.000 euro) e alla durata complessiva del mandato rappresentativo svolto. Ma di fatto, il dimezzamento avrebbe garantito un risparmio di 61 milioni di euro. Comunque la si voglia pensare, attualmente i parlamentari più pagati del mondo resteranno tali. schermata-2016-10-25-alle-17-27-23 Alla notizia della bocciatura, parlamentari e attivisti grillini si sono radunati in piazza Montecitorio per protestare «Stateci vicini e fatevi sentire», ha scritto Di Maio. Più amaro Alessandro Di Battista, che ha pubblicato un indignatissimo post: «Oggi l'Italia intera si è resa conto che coloro che vanno in TV dicendo che occorre cambiare la Costituzione per tagliare i costi e per velocizzare il processo di approvazione delle leggi, sono gli stessi che hanno appena evitato addirittura di votare la legge per il dimezzamento degli stipendi dei parlamentari», scrive. «Neppure hanno avuto il coraggio di votare. È sotto gli occhi di tutti la loro ipocrisia, la loro meschinità, la loro mediocrità etica e morale. Per valutare invece le loro qualità politiche è sufficiente vedere come sta l'Italia». Sul prossimo numero di Left, continua l'approfondimento sui rendiconti e le indennità Cinquestelle.

C’era da aspettarselo: la Camera boccia la legge sul dimezzamento delle indennità dei Cinquestelle. La cosiddetta “legge Lombardi” è stata rispedita in commissione Affari costituzionali. Contrarie alla bocciatura, tutte le opposizioni dell’Emiciclo, da Sinistra italiana a Fratelli d’Italia.

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A niente erano serviti gli appelli ammorbiditi di Beppe Grillo, oggi in tribuna per assistere alla votazione, che vestendo – letteralmente – i panni di un francescano, lanciava il “Pace e bene Day” accompagnandolo con l’hashtag #siategenerosi e invocando perfino il Papa

pacebeneday

«Nessun parlamentare morirà di fame o stenti», assicurava. E questo è vero, perché la proposta di legge non rivoluzionava particolarmente gli stipendi della casta. Si al dimezzamento, si al tetto sulle spese di soggiorno e di viaggio entro il limite massimo di euro 3.500 mensili, e pubblicazione online dell’estratto conto delle carte di credito, ma resta il rimborso spese di 3.690 mensili e resta l’indennità di fine mandato, il cui importo è commisurato all’importo dell’indennità da parlamentare (5.000 euro) e alla durata complessiva del mandato rappresentativo svolto.

Ma di fatto, il dimezzamento avrebbe garantito un risparmio di 61 milioni di euro. Comunque la si voglia pensare, attualmente i parlamentari più pagati del mondo resteranno tali.

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Alla notizia della bocciatura, parlamentari e attivisti grillini si sono radunati in piazza Montecitorio per protestare «Stateci vicini e fatevi sentire», ha scritto Di Maio. Più amaro Alessandro Di Battista, che ha pubblicato un indignatissimo post: «Oggi l’Italia intera si è resa conto che coloro che vanno in TV dicendo che occorre cambiare la Costituzione per tagliare i costi e per velocizzare il processo di approvazione delle leggi, sono gli stessi che hanno appena evitato addirittura di votare la legge per il dimezzamento degli stipendi dei parlamentari», scrive. «Neppure hanno avuto il coraggio di votare. È sotto gli occhi di tutti la loro ipocrisia, la loro meschinità, la loro mediocrità etica e morale. Per valutare invece le loro qualità politiche è sufficiente vedere come sta l’Italia».

Sul prossimo numero di Left, continua l’approfondimento sui rendiconti e le indennità Cinquestelle.

Impicciarsi di come funzionano le cose, è più forte di lei. Sarà per questo - o forse per l'insanabile e irrispettosa irriverenza - che da piccola la chiamavano “bertuccia”. Dal Fatto Quotidiano, passando per Narcomafie, Linkiesta, Lettera43 e l'Espresso, approda a Left. Dove si occupa di quelle cose pallosissime che, con suo estremo entusiasmo invece, le sbolognano sempre: inchieste e mafia. E grillini, grillini, grillini. Dalla sua amata Emilia-Romagna, torna mestamente a Roma, dove attualmente vive.