Fra i respinti di Goro, soprattutto bambini con le loro mamme. Quella che dovrebbe essere la natura, diventa una fortuna per molti di loro. Perché invece a sbarcare da soli sulle nostre coste, non accompagnati, sono in migliaia. Almeno 20.160, secondo le stime ufficiali, i bimbi arrivati senza genitori dal 1 gennaio al 20 ottobre 2016 nel nostro Paese. Circa il doppio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e rappresentano il 14% del totale degli arrivi. Ma finalmente sbarca anche alla Camera una buona legge, in votazione oggi, riguardante il riordino del sistema di accoglienza e protezione dei minori stranieri non accompagnati. Il ddl (“Modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, e altre disposizioni concernenti misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati", leggi il testo") prevede il divieto di respingimento per i minori non accompagnati e disciplina in modo organico il loro percorso una volta arrivati in Italia, dall’identificazione alla prima accoglienza ai percorsi di integrazione. Soprattutto, rafforza istituti fondamentali come quelli dell'affido familiare e del tutore. "Se, come mi auguro fortemente, questa legge verrà approvata", spiega Raffaela Milano, Direttore Programmi Italia-Europa di Save the Children Save the Children, che ha collaborato alla stesura del testo, "l’Italia avrà finalmente un sistema nazionale strutturato di accoglienza e protezione, lasciandosi alle spalle anni in cui si è continuato a seguire un approccio emergenziale, con le istituzioni nazionali e locali spesso costrette a rimpallarsi competenze e responsabilità, esponendo così bambini e adolescenti vulnerabili a ulteriori gravissimi rischi". Tra gli altri punti del disegno, la regolamentazione delle procedure di accertamento dell’età, in modo che i minori non vengano più sottoposti inutilmente a esami medici invasivi, e un punto fondamentale, se applicato nella prassi: il diritto all'ascolto. Perché cosa succede oggi a questi bimbi una volta arrivati nel Belpaese? Vengono trattati come adulti, quindi spesso come non persone, rimpatriati, confinati in qualche centro di accoglienza. O magari si trovano a Goro. O persi nelle maglie dello sfruttamento e della pedofilia. "Questi bimbi arrivano in Italia dopo viaggi terribili, lunghi e pericolosi", continua Raffaella Milano "e devono avere la certezza che ci sia un adulto che gli dia fiducia e protezione". Invece, l'accoglienza con la conseguente tutela che si dovrebbe loro, è fino a oggi, "uno dei punti più critici che si riscontrano nella prassi, con la conseguenza che, mancando una persona di riferimento che curi gli interessi di questi ragazzi, è impossibile attivare le procedure a loro protezione, tra cui quella del ricollocamento in altri Paesi europei". La legge è stata presentata dalla maggioranza, prima firmataria Sandra Zampa. Ma trova anche l'opposizione più che favorevole ad appoggiarla: "Noi la voteremo senz'altro", ci dice Celeste Costantino, deputata di Sel-Si, "perché quando si tratta di stare dalla parte dei più vulnerabili, non esiste opposizione".

È una legge seria, ci conferma Costantino, che "introduce una sere di misure normative che assolutamente migliorano la vita dei minori non accompagnati. L'unico dato negativo sono i vincoli dal punto di vista finanziario, li abbiamo scoperti stamattina", dice. "Avremmo voluto un finanziamento maggiore, perché tutto il ramo dell'accoglienza è il settore che soffre di più dal punto di vista delle coperture, e avremmo voluto che gli venisse dedicato un maggiore investimento". In ogni caso, la legge deve passare, perché "aumenta la tutela, e pone garanzie in


tutto il percorso. Cosa fondamentale visto che oggi i bambini o scompaiono o in finiscono in mano ai trafficanti e perfino ai pedofili, come è emerso dalle indagini. Anche per questo è un segnale estremamente importante, che il Parlamento se ne occupi. Mi auguro solo che non si fermi in Senato, come è successo per lo ius soli e la legge sul caporalato. Perché sono tre anni che lavoriamo a questo testo". E il tempo, in questo caso, è tiranno.

Fra i respinti di Goro, soprattutto bambini con le loro mamme. Quella che dovrebbe essere la natura, diventa una fortuna per molti di loro. Perché invece a sbarcare da soli sulle nostre coste, non accompagnati, sono in migliaia. Almeno 20.160, secondo le stime ufficiali, i bimbi arrivati senza genitori dal 1 gennaio al 20 ottobre 2016 nel nostro Paese. Circa il doppio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e rappresentano il 14% del totale degli arrivi.

Ma finalmente sbarca anche alla Camera una buona legge, in votazione oggi, riguardante il riordino del sistema di accoglienza e protezione dei minori stranieri non accompagnati. Il ddl (“Modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, e altre disposizioni concernenti misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati”, leggi il testo) prevede il divieto di respingimento per i minori non accompagnati e disciplina in modo organico il loro percorso una volta arrivati in Italia, dall’identificazione alla prima accoglienza ai percorsi di integrazione. Soprattutto, rafforza istituti fondamentali come quelli dell’affido familiare e del tutore.

“Se, come mi auguro fortemente, questa legge verrà approvata”, spiega Raffaela Milano, Direttore Programmi Italia-Europa di Save the Children Save the Children, che ha collaborato alla stesura del testo, “l’Italia avrà finalmente un sistema nazionale strutturato di accoglienza e protezione, lasciandosi alle spalle anni in cui si è continuato a seguire un approccio emergenziale, con le istituzioni nazionali e locali spesso costrette a rimpallarsi competenze e responsabilità, esponendo così bambini e adolescenti vulnerabili a ulteriori gravissimi rischi”. Tra gli altri punti del disegno, la regolamentazione delle procedure di accertamento dell’età, in modo che i minori non vengano più sottoposti inutilmente a esami medici invasivi, e un punto fondamentale, se applicato nella prassi: il diritto all’ascolto.

Perché cosa succede oggi a questi bimbi una volta arrivati nel Belpaese? Vengono trattati come adulti, quindi spesso come non persone, rimpatriati, confinati in qualche centro di accoglienza. O magari si trovano a Goro. O persi nelle maglie dello sfruttamento e della pedofilia.
“Questi bimbi arrivano in Italia dopo viaggi terribili, lunghi e pericolosi”, continua Raffaella Milano “e devono avere la certezza che ci sia un adulto che gli dia fiducia e protezione”. Invece, l’accoglienza con la conseguente tutela che si dovrebbe loro, è fino a oggi, “uno dei punti più critici che si riscontrano nella prassi, con la conseguenza che, mancando una persona di riferimento che curi gli interessi di questi ragazzi, è impossibile attivare le procedure a loro protezione, tra cui quella del ricollocamento in altri Paesi europei”.

La legge è stata presentata dalla maggioranza, prima firmataria Sandra Zampa. Ma trova anche l’opposizione più che favorevole ad appoggiarla: “Noi la voteremo senz’altro”, ci dice Celeste Costantino, deputata di Sel-Si, “perché quando si tratta di stare dalla parte dei più vulnerabili, non esiste opposizione”.

È una legge seria, ci conferma Costantino, che “introduce una sere di misure normative che assolutamente migliorano la vita dei minori non accompagnati. L’unico dato negativo sono i vincoli dal punto di vista finanziario, li abbiamo scoperti stamattina”, dice. “Avremmo voluto un finanziamento maggiore, perché tutto il ramo dell’accoglienza è il settore che soffre di più dal punto di vista delle coperture, e avremmo voluto che gli venisse dedicato un maggiore investimento”. In ogni caso, la legge deve passare, perché “aumenta la tutela, e pone garanzie in


tutto il percorso. Cosa fondamentale visto che oggi i bambini o scompaiono o in finiscono in mano ai trafficanti e perfino ai pedofili, come è emerso dalle indagini. Anche per questo è un segnale estremamente importante, che il Parlamento se ne occupi. Mi auguro solo che non si fermi in Senato, come è successo per lo ius soli e la legge sul caporalato. Perché sono tre anni che lavoriamo a questo testo”. E il tempo, in questo caso, è tiranno.

Impicciarsi di come funzionano le cose, è più forte di lei. Sarà per questo - o forse per l'insanabile e irrispettosa irriverenza - che da piccola la chiamavano “bertuccia”. Dal Fatto Quotidiano, passando per Narcomafie, Linkiesta, Lettera43 e l'Espresso, approda a Left. Dove si occupa di quelle cose pallosissime che, con suo estremo entusiasmo invece, le sbolognano sempre: inchieste e mafia. E grillini, grillini, grillini. Dalla sua amata Emilia-Romagna, torna mestamente a Roma, dove attualmente vive.