1. I barbieri e i parrucchieri sono luoghi centrali della vita della comunità afroamericana. Ad essi si dedicano film, ci si ambientano video musicali, scene di sit-com e serie Tv. Dal barbiere si passa il pomeriggio, si disucte di politica, si incrociano generazioni. Nel 2008 la campagna Obama fece uno sforzo per fare in modo che le parrucchiere parlassero di politica e invitassero a registrarsi al voto. Oggi è la volta di Hillary, con questo spot qui sotto rivolto alla comunità nera.
2. Come una zanzara, Wikileaks continua a dare noia a Hillary Clinton. O meglio, gli errori di Hillary continuano a inseguire l'ex Segretario di Stato. La vicenda delle email spedite da un server privato ai tempi in cui era capo della diplomazia è al centro di una serie di leak riguardanti l'account di posta di John Podesta, il capo della campagna. Nelle mail Podesta segnala di non aver saputo nulla della vicenda del server, di averla appresa dai media. Un segnale di come Hillary non sappia rendere partecipi nemmeno i membri della sua cerchia ristretta quando si trova nel mezzo di un problema che la riguarda personalmente. Nello scambio di email tra Podesta e i suoi collaboratori, questi parlando di un pessimo istinto. Si rendono conto, insomma, di avere un candidato che si muove come qualcuno per cui non valgono le stesse regole che valgono per gli altri. Pessima pubblicità. 3. Altra pessima pubblicità è la notizia che l'anno prossimo il costo dei premi delle assicurazioni sanitarie salirà in media del 20-25%. Male per chi si vuole registrare. Malissimo per Obama e la sua riforma e per chi la difende. Bene per Trump, che se fosse bravo a fare campagna, salterebbe su una cosa come questa. 4. Newt Gingrich, ex speaker della Camera e uno dei sostenitori più rumorosi di Trump accusa Megyn Kelly, tra i primi volti di FoxNews, di essere schierata contro il suo candidato (che le ha detto: "le usciva sangue da tutte le parti" durante un dibattito Tv per aver fatto una domanda a cui era difficile rispondere). Le dice di essere «Ossessionata dal sesso» perché si intestardisce a volere risposte sulle accuse di molestie rivolte a Trump e poi litiga con la presentatrice FoxNews. Che per inciso ha un figlio che si chiama Thatcher e che non è una socialista libertaria. Due ore dopo Trump ha spiegato che Gingrich è stato "Amazing", fenomenale. Un altro mezzo disastro con le donne, un altro segnale di come questa generazione di repubblicani non tolleri l'idea che le donne, anche quelle di destra, abbiano un ruolo centrale nella società.
5. Con un'opinione sul Washington Post, Deray McKesson, tra le facce più note ed esposte di Black Lives Matter, ha spiegato le ragioni del suo voto a Hillary Clinton. Il militante afroamericano dice di non essere d'accordo con Hillary su molte cose, sa di avere votato già altre volte senza che questo abbia impedito la morte di altri per le strade d'America, ma prende sul serio i suoi impegni relativi alla giustizia razziale. 6. Clinton ha compiuto 69 anni, qui distribuisce fette di torta sul suo autobus.    

1. I barbieri e i parrucchieri sono luoghi centrali della vita della comunità afroamericana. Ad essi si dedicano film, ci si ambientano video musicali, scene di sit-com e serie Tv. Dal barbiere si passa il pomeriggio, si disucte di politica, si incrociano generazioni. Nel 2008 la campagna Obama fece uno sforzo per fare in modo che le parrucchiere parlassero di politica e invitassero a registrarsi al voto. Oggi è la volta di Hillary, con questo spot qui sotto rivolto alla comunità nera.

2. Come una zanzara, Wikileaks continua a dare noia a Hillary Clinton. O meglio, gli errori di Hillary continuano a inseguire l’ex Segretario di Stato. La vicenda delle email spedite da un server privato ai tempi in cui era capo della diplomazia è al centro di una serie di leak riguardanti l’account di posta di John Podesta, il capo della campagna. Nelle mail Podesta segnala di non aver saputo nulla della vicenda del server, di averla appresa dai media. Un segnale di come Hillary non sappia rendere partecipi nemmeno i membri della sua cerchia ristretta quando si trova nel mezzo di un problema che la riguarda personalmente. Nello scambio di email tra Podesta e i suoi collaboratori, questi parlando di un pessimo istinto. Si rendono conto, insomma, di avere un candidato che si muove come qualcuno per cui non valgono le stesse regole che valgono per gli altri. Pessima pubblicità.

3. Altra pessima pubblicità è la notizia che l’anno prossimo il costo dei premi delle assicurazioni sanitarie salirà in media del 20-25%. Male per chi si vuole registrare. Malissimo per Obama e la sua riforma e per chi la difende. Bene per Trump, che se fosse bravo a fare campagna, salterebbe su una cosa come questa.

4. Newt Gingrich, ex speaker della Camera e uno dei sostenitori più rumorosi di Trump accusa Megyn Kelly, tra i primi volti di FoxNews, di essere schierata contro il suo candidato (che le ha detto: “le usciva sangue da tutte le parti” durante un dibattito Tv per aver fatto una domanda a cui era difficile rispondere). Le dice di essere «Ossessionata dal sesso» perché si intestardisce a volere risposte sulle accuse di molestie rivolte a Trump e poi litiga con la presentatrice FoxNews. Che per inciso ha un figlio che si chiama Thatcher e che non è una socialista libertaria. Due ore dopo Trump ha spiegato che Gingrich è stato “Amazing”, fenomenale. Un altro mezzo disastro con le donne, un altro segnale di come questa generazione di repubblicani non tolleri l’idea che le donne, anche quelle di destra, abbiano un ruolo centrale nella società.

5. Con un’opinione sul Washington Post, Deray McKesson, tra le facce più note ed esposte di Black Lives Matter, ha spiegato le ragioni del suo voto a Hillary Clinton. Il militante afroamericano dice di non essere d’accordo con Hillary su molte cose, sa di avere votato già altre volte senza che questo abbia impedito la morte di altri per le strade d’America, ma prende sul serio i suoi impegni relativi alla giustizia razziale.

6. Clinton ha compiuto 69 anni, qui distribuisce fette di torta sul suo autobus.