Un nuovo rapporto del progetto di ricerca europeo e inter-universitario Medmig, accusa i politici europei di incentivare gli attraversamenti illegali del Mediterraneo e alimentare il business dei trafficanti. Intanto a Calais, 1500 minori attendono di conoscere il loro destino

Un rapporto del progetto di ricerca europeo e inter-universitario Unravelling the Mediterranean Migration Crisis (Medmig), lancia accuse pesanti contro la gestione della crisi migratoria da parte dei Paesi Ue.

Secondo The Independent, che ha visionato in esclusiva il rapporto Medmig, le conclusioni della ricerca indicano che «il rifiuto di aprire vie di accesso legali per coloro che cercano sicurezza in Europa ha aumentato la domanda per traversate lungo percorsi pericolosi e, conseguentemente, il business dei trafficanti». Secondo Heaven Crawley, professore dell’Università di Coventry e co-autore del rapporto, «soluzioni pragmatiche ed efficienti vengono scavalcate dagli interessi politici dei leader di tutta Europa». Franck Duvell, dell’Università di Oxford, denuncia che «sebbene i politici abbiano espresso la volontà di “perseguire i trafficanti”, le politiche adottate dall’Ue rafforzano il business di questi ultimi».
Il progetto di ricerca Medmig gode della collaborazione di diversi partner di ricerca del sud Europa, tra cui l’istituto di ricerca torinese, Forum internazionale ed europeo di ricerche sull’immigrazione (Fieri).

Intanto, dopo lo sgombero della così detta “giungla di Calais”, 1500 minori attendono di sapere la loro prossima destinazione. Come documenta Der Spiegel, nei prossimi giorni le autorità francesi dovrebbero trasferire i minori in altre strutture di accoglienza sul territorio francese. In un’intervista rilasciata per il giornale francese, La Voix du Nord,  il Presidente della Repubblica, Francois Hollande, ha promesso ai cittadini di Calais che «non ci saranno nuovi insediamenti illegali».

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