L'albo della supereroina Marvel, giovane, donna e musulmana, pubblicato a pochi giorni dal voto racconta peripezie e frustrazioni del porta a porta elettorale tra le minoranze

Quella che vedete qui sopra è Khamila Khan, ovvero Ms Marvel. Supereroina nata a Jersey City, città dove, secondo Trump, i musulmani festeggiavano guardando le torri gemelle bruciare. La ragazza di Jersey City è uno dei personaggi della nuova linea Marvel in sintonia con l’epoca: più normali, più minoranze, più donne, meno muscoli. Lei, come suggerisce il cognome, è di origini pakistane e musulmana.

La verità è che JC è una città che somiglia demograficamente a New York in sedicesimo, compreso il grande centro finanziario dominato dal grattacielo di Goldman-Sachs. Jersey City è abitata da giovani coppie, vecchia comunità italo-americana (anche se rispetto agli anni 70 molta di è trasferita nella suburbia), polacca, ebrea. Poi ci sono la cospicua minoranza afroamericana, che vive in una vecchia zona residenziale in decadenza, come spesso accade, e quella cubana/dominicana/portoricana. Infine indiani, che hanno un loro quartiere e musulmani di molte provenienze. Nessuno festeggiava a Jersey City l’11 settembre. La città, come molte di quelle dalla composizione demografica ricca, è saldamente democratica.

Bene, l’ultimo albo di Ms Marvel, uscito ieri, a quattro giorni dal voto, la vede impegnata nel tentativo di convincere giovani e minoranze (e anziani) ad andara a votare. Sforzo che si rivela più duro della lotta contro i cattivi normalmente intrapresa nelle altre storie. Qui sotto, Ms Marvel va a fare del canvassing e la gente le sbatte la porta in faccia, si lamenta, se ne frega. Alla fine, con un sermoncino sulla democrazia, Khamila ottiene qualche risultato. Mica è Ms Marvel per caso.

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