Al di là dei complimenti e gli auguri di circostanza, il giorno dopo la vittoria del repubblicano, l'Europa sta già prendendo le misure al fenomeno Trump

Al di là dei complimenti e gli auguri di circostanza, l’Europa sta già prendendo le misure al fenomeno Trump. Commenti importanti sono arrivati dalla Germania, dove a Berlino, in occasione del discorso sull’Europa, Jean Claude Juncker ha ribadito che «l’Europa deve mirare a un esercito europeo comune». E sebbene Juncker abbia scherzato sul fatto che il testo del suo discorso fosse stato preparato prima del così detto T-day (Trump Day, ndr.), non possono certo essere coincidenze.

La politica estera è lo snodo delle relazioni tra l’Unione europea e gli Stati Uniti. Alain Lamassoure, eurodeputato conservatore francese, nonché ex-ministro per l’Europa tra il 1993 e il 1995, ha rilasciato un’intervista a Euractiv in cui afferma che l’Unione «ha ora la responsabilità di gestire autonomamente la propria politica di sicurezza». Inoltre, l’Europa «deve impegnarsi in primo piano per difendere la democrazia e la libertà a livello globale». Lamassoure ha poi specificato che Trump «non ha esperienza in materia di politica estera» e che, sebbene si sia dichiarato isolazionista, molto dipenderà dal circolo di consiglieri che lo affiancheranno.

Intanto, secondo quanto riporta Politico.eu, i ministri degli Affari Esteri dei Paesi membri dell’Ue avrebbero già deciso di incontrarsi domenica prossima per discutere informalmente le conseguenze delle elezioni americane. Walter Steinmeier, ministro degli Affari Esteri della Germania, ha già annunciato che «molte cose diventeranno più complicate».

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