Gli Usa sono fondati su una criminale storia di schiavismo, dice lo scrittore Paul Beatty, vincitore del Booker prize: «Il razzismo dilaga, come dimostrano i tanti ragazzi neri uccisi dalle forze dell’ordine»

«So che detto da un nero è difficile da credere, ma non ho mai rubato niente. Non ho mai evaso le tasse, non ho mai barato a carte. Non sono mai entrato al cinema a scrocco, non ho mai mancato di ridare indietro il resto in eccesso a un cassiere di supermercato». Nonostante questo, Bonbon si trova alla sbarra. Comincia così la storia de Lo schiavista (The sellout, Fazi editore) nato a Dickens, un ghetto alla periferia di Los Angeles, da padre single, controverso sociologo che viene ucciso dalla polizia in una sparatoria. Di lui, a Bonbon, resta un funerale da pagare e il ricordo doloroso di esperimenti psicologici nei quali, quando era piccolo, era usato come cavia. Finché, dopo una serie infinita di angherie subite, Bonbon arriva a fare l’impensabile: resuscitare e mettere in pratica lo schiavismo.

Con questo spiazzante romanzo (Booker Prize 2016) Paul Beatty mette a segno un affresco graffiante e acutissimo della cultura americana.

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