La frangia più estrema dei sostenitori di Trump, corteggiata dal suo stratega Steve Bannon, celebra la vittoria del presidente eletto. Nel suo discorso, il leader Richard Spencer, usa toni molto vicini alla retorica nazista

Erano poche centinaia, ma sono una specie di avanguardia della cosa peggiore che si sia vista a Washington da molto tempo. I suprematisiti bianchi con simpatie naziste di alt-right (alternative right) hanno celebrato la vittoria di Donald Trump nella capitale federale, con slogan e idee che fano venire i brividi.

Il movimento di estrema destra molto attivo in rete e sui social network, sdoganato dal nuovo stratega della Casa Bianca Steve Bannon, ha tenuto una specie di convegno durante il quale hanno parlato una serie di figure prominenti e concluso dal suo leader Richard Spencer. Nel suo discorso il 38enne direttore del National Policy Institute (il think tank che produce idee per il gruppo), ha parlato dei “figli del sole” il cui destino è riprendersi l’America da quella gente «di cui non abbiamo bisogno».

richard spencer leader di alt-right
Richard Spencer, leader di alt-right

Spencer, che per fortuna non ha affatto la capacità retorica o la statura del leader (lo vedete nel suo discorso qui sotto, ripreso da The Atlantic, che sta preparando un documentario sul movimento), si è anche chiesto se gli ebrei siano “un popolo o dei golem senz’anima”. Al termine del discorso i giovani che affollavano la sala salutavano a braccio teso gridando «Heil Trump».

Il video di The Atlantic dal raduno neonazista di alt-right

Trump ha preso le distanze da questo movimento. Più o meno. Ma grazie alla sua vittoria questa frangia internazionalista di estrema destra, a cui piace l’Europa e che dialoga con i movimenti nazional-populisti, ha conosciuto una visibilità senza precedenti. E che Steve Bannon, il capo stratega della Casa Bianca di domani, ha diretto fino a ieri un sito di notizie che egli stesso ha definito, «la piattaforma perfetta per alt-right». Con Trump e Bannon, insomma, la destra nazistoide e con un progetto – che non è comparabile a quella delle milizie e del Ku Klux Klan, più immediatamente violenta e pericolosa, ma marginale – ha messo piede ai piani alti della politica americana. Sembra un romanzo di Philip Dick, e invece è l’America di questi giorni.