Si è opposto alla riforma perché «avrebbe saccheggiato il Sud». Ma Michele Emiliano è andato poco in tv perché non vuole passare per un traditore. Lui - dice - vuole che rinasca una coalizione di centrosinistra. Ora corre per la segreteria Pd? «Se potessi evitarlo...»

Non chiede le dimissioni del segretario Renzi, Michele Emiliano, quando lo raggiungiamo al telefono a Roma, dov’è arrivato per partecipare alla direzione di martedì 6 dicembre poi slittata. In attesa di intervenire nel parlamentino del partito, però, il presidente della Regione Puglia dice che il premier «avrebbe dovuto lasciare l’incarico di segretario, piuttosto che quello di capo del governo». E si fa avanti per sostituirlo annunciando che valuterà «se ci saranno candidati convincenti» alla segreteria del Pd.

Presidente Emiliano, partiamo dal suo appello al voto rivolto al Sud. In Puglia ha prevalso anche sul Sì del sindaco Decaro. È soddisfatto del risultato?

Certo che sono soddisfatto! Il Sud è una realtà piena di grandissime opportunità e meraviglioso dal punto di vista della passione e delle emozioni, ma è anche un posto pericolosissimo, dove se si crea un vuoto politico può essere occupato anche da clientele, da pressioni mafiose. Questa volta ha scelto di esserci ed è stato decisivo.

Lei ha sostenuto che la riforma Renzi-Boschi avrebbe danneggiato il Meridione. Perché?
Perché l’unica forza del Sud in questo momento sono le autonomie. Al Sud non pensa nessuno in questo Paese.

L’intervista continua su Left in edicola dal 10 dicembre

 

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