A caldo, oggi è martedì, siamo senza parole. Come quando qualcuno ti dà uno schiaffo in faccia. A bruciapelo. Per il gusto o l’abitudine di farti violenza. Questo è per noi la reazione alla vittoria del No. Lo schiaffo del governo Gentiloni. “Come se nulla fosse”, abbiamo titolato. Come se fosse il Nulla. Come se 19 milioni di italiani, tra cui la stragrande maggioranza di giovani, fosse Niente. Nulla. Pochi secondi di “rosicamento” (di Renzi) si direbbe a Roma, per poi riassettarsi e ritrovare la strada maestra della gestione del potere. Il peggiore potere. “Vi verranno a prendere” abbiamo detto in una trasmissione televisiva. Ed è così, al di là della banale considerazione politica, che in molti già fanno, sulla strategia perdente di questa classe dirigente subdemocristiana che finirà solo per favorire il Movimento 5 stelle, il senso - il nostro -, è che quei 19 milioni di italiani verranno a prendervi cari governanti. E vi chiederanno ragione di ciò che continuate a fare nonostante il loro No. Perché raccontate un’Italia che non esiste, ne costruite una su misura vostra, escludete, ingannate, abbandonate. Siete stati bocciati, voi e le vostre riforme il 4 dicembre. E la risposta non può essere un governo Renzi senza Renzi che dichiara di voler «completare il lavoro fatto sin qui». Come dire: 19 milioni di persone? Non esistete. Vi faccio sparire tutti. In nome di che? Della stabilità e della responsabilità? Beh, ve li ricordate i “responsabili” alla Domenico Scilipoti e Antonio Razzi che assicurarono la “stabilità” del governo Berlusconi? Ecco, il ritornello della responsabilità - sciorinato da destra (Forza Italia in primis) a sinistra (quella Dem dei Bersani e degli Speranza) - ci scaraventa nel passato ancora una volta. Dove di stabile ci sono soltanto i poteri che di governo in governo restano a galla. Di “reponsabile” invece proprio nulla. A meno che non si voglia considerare responsabile un provvedimento come il Jobs act, che “stabilizza la precarietà”, o quello sulla “Buona scuola” che peggiora la scuola. O c’è qualcuno che ritiene “responsabile” un premier che si dimette senza dimettersi e “infila i suoi” per garantirsi potere e controllo. In ogni caso, se questi sono i responsabili, il nostro è un “vivo e vibrante” elogio dell’irresponsabilità. L’irresponsabilità di trovare soluzioni nuove a problemi (e bugie) vecchi. Di de-stabilizzare il Gattopardo, senza fare finta di smacchiarlo. Senza inganni. Appunto. [su_divider text="In edicola" style="dotted" divider_color="#d3cfcf"]

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A caldo, oggi è martedì, siamo senza parole. Come quando qualcuno ti dà uno schiaffo in faccia. A bruciapelo. Per il gusto o l’abitudine di farti violenza. Questo è per noi la reazione alla vittoria del No. Lo schiaffo del governo Gentiloni. “Come se nulla fosse”, abbiamo titolato. Come se fosse il Nulla. Come se 19 milioni di italiani, tra cui la stragrande maggioranza di giovani, fosse Niente. Nulla. Pochi secondi di “rosicamento” (di Renzi) si direbbe a Roma, per poi riassettarsi e ritrovare la strada maestra della gestione del potere. Il peggiore potere. “Vi verranno a prendere” abbiamo detto in una trasmissione televisiva. Ed è così, al di là della banale considerazione politica, che in molti già fanno, sulla strategia perdente di questa classe dirigente subdemocristiana che finirà solo per favorire il Movimento 5 stelle, il senso – il nostro -, è che quei 19 milioni di italiani verranno a prendervi cari governanti. E vi chiederanno ragione di ciò che continuate a fare nonostante il loro No. Perché raccontate un’Italia che non esiste, ne costruite una su misura vostra, escludete, ingannate, abbandonate. Siete stati bocciati, voi e le vostre riforme il 4 dicembre. E la risposta non può essere un governo Renzi senza Renzi che dichiara di voler «completare il lavoro fatto sin qui». Come dire: 19 milioni di persone? Non esistete. Vi faccio sparire tutti. In nome di che? Della stabilità e della responsabilità? Beh, ve li ricordate i “responsabili” alla Domenico Scilipoti e Antonio Razzi che assicurarono la “stabilità” del governo Berlusconi? Ecco, il ritornello della responsabilità – sciorinato da destra (Forza Italia in primis) a sinistra (quella Dem dei Bersani e degli Speranza) – ci scaraventa nel passato ancora una volta. Dove di stabile ci sono soltanto i poteri che di governo in governo restano a galla. Di “reponsabile” invece proprio nulla. A meno che non si voglia considerare responsabile un provvedimento come il Jobs act, che “stabilizza la precarietà”, o quello sulla “Buona scuola” che peggiora la scuola. O c’è qualcuno che ritiene “responsabile” un premier che si dimette senza dimettersi e “infila i suoi” per garantirsi potere e controllo. In ogni caso, se questi sono i responsabili, il nostro è un “vivo e vibrante” elogio dell’irresponsabilità. L’irresponsabilità di trovare soluzioni nuove a problemi (e bugie) vecchi. Di de-stabilizzare il Gattopardo, senza fare finta di smacchiarlo. Senza inganni. Appunto.

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