La ridimensionata dipendenza dall'export sembra aver evitato il rallentamento, secondo uno studio della fondazione Hans Böckler

L’economia tedesca continua a creare posti di lavoro. Lo ha annunciato ieri, 20 dicembre 2016, il centro studi della fondazione Hans Böckler. Con un comunicato stampa, la fondazione ha reso noti i risultati delle analisi economiche condotte sul 2016 e delle previsioni per il 2017.

«Nonostante la Brexit,  l’elezione di Donald Trump e un’economia mondiale che procede a rilento, la Germania continua su un trend moderato di crescita», si legge nel comunicato. Per il 2017 «è prevista una crescita media del 1,2 per cento». Secondo Gustav A. Horn, il direttore scientifico dell’area di analisi macroeconomica della fondazione,  la crescita è trainata in primo luogo da un aumento dei livelli di consumo interni: «Se l’economia tedesca dipendesse completamente dall’export, come accadeva negli anni ’00, il trend positivo si sarebbe già arrestato».

In particolare, il livello della disoccupazione per il 2016 – le ultime analisi indicano un tasso del 6,1 per cento – «è il più basso dalla riunificazione».  Tra le conclusioni dell’analisi viene anche sottolineato che il tasso di disoccupazione è in calo, nonostante il forte afflusso di forza lavoro dal resto dell’Europa e oltre. Nel 2016 il numero di disoccupati è sceso di 100mila unità. Secondo lo studio, per il 2017 è previsto un ulteriore calo e il numero finale di disoccupati dovrebbe attestarsi intorno alle 2,66 milioni di persone.

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