Incarichi, poltrone, consulenze. Il caso delle dimissioni in Rai di Verdelli è per molti il primo sintomo di una crisi del potere renziano. Ma non è proprio così. Il governo fotocopia, con tutte le sue incognite, è ancora un Renzi bis senza Renzi

Tutta colpa di Carlo Verdelli. Per qualche giorno infatti, dopo le dimissioni del capo delle news Rai, consulente che aveva ricevuto il renzianissimo compito di riformare il comparto informazione della tv pubblica, si è scritto che quella era la prima vistosa crepa nel potere renziano, l’inizio di una frana che avrebbe presto colpito anche l’amministratore delegato Antonio Campo Dall’Orto, in Rai, e poi chissà quanti altri fuori, nei vari palazzi romani.
Non è così, ovviamente. O non è così semplice, almeno. Perché è vero che in Rai qualcosa è successo, ma non è l’inizio della fine. Anzi. Anche perché a palazzo Chigi e nei vari ministeri, assai poco è cambiato. Su Left in edicola facciamo un po’ il punto su come il renzismo sta resistendo.

L’articolo continua su Left in edicola dal 14 gennaio

 

SOMMARIO ACQUISTA

Sono nato a Roma, il 23 febbraio 1988. Vorrei vivere in Umbria, ma temo dovrò attendere la pensione. Nell'attesa mi sposto in bicicletta e indosso prevalentemente cravatte cucite da me. Per lavoro scrivo, soprattutto di politica (all'inizio inizio per il Riformista e gli Altri, poi per Pubblico, infine per l'Espresso e per Left) e quando capita di cultura. Ho anche fatto un po' di radio e di televisione. Per Castelvecchi ho scritto un libro, con il collega Matteo Marchetti, su Enrico Letta, lo zio Gianni e le larghe intese (anzi, "Le potenti intese", come avevamo azzardato nel titolo): per questo lavoro non siamo mai stati pagati, nonostante il contratto dicesse il contrario.