La coalizione tra socialdemocratici (Spd), sinistra radicale (Die Linke) e verdi (Die Grünen) a Berlino è già sull’orlo di una prima crisi. E pensare che sono passati nemmeno due mesi dalla costituzione della nuova Giunta di governo. Il motivo? Il Sottosegretario alle politiche abitative, Andrej Holm (Die Linke), si è dimesso dalla posizione, dopo un mese di polemiche legate al suo passato politico nella Germania dell’Est. Ma chi è Andrej Holm? Innanzitutto un sociologo, esperto in materia di politiche abitative e “gentrificazione”, nonché un blogger e attivista. Holm rappresentava, fino a ieri, uno dei volti chiave della tanto attesa politica berlinese contro il caro-affitti. La lotta alla “gentrificazione” e alle emergenze abitative è infatti uno dei cardini del programma di coalizione firmato dai tre partiti di governo. Qual è stato il "crimine" di Holm? Aver fatto parte della STASI – la polizia di Stato della Germania dell’Est –appena maggiorenne, poco prima della riunificazione tedesca. Eppure, riporta Die Zeit, non è tanto l’impiego nella STASI in sé ad aver creato la prima crisi di governo municipale a Berlino. In particolare, come spiega Die Zeit, Holm è stato accusato di aver omesso intenzionalmente il “dettaglio” del suo arruolamento nella STASI, nel 2005, in occasione di un concorso per un posto di lavoro presso l’Università Humbold di Berlino. Più in generale, il sindaco socialdemocratico di Berlino, Michael Müller, ha sostenuto che Holm avrebbe dimostrato di non essere in grado di “verificare gli elementi chiave della propria biografia politica e di trarne le conseguenze necessarie”. In parole semplici, Holm non sarebbe in grado di gestire il proprio passato. Le prove? Una serie di interviste e “uscite pubbliche” occorse durante gli scorsi mesi.Tecnicamente Holm si è dimesso, ma le pressioni da parte dei socialdemocratici e verdi sono state forti. Holm ha pubblicato un lungo post sul proprio sito internet in cui afferma che il suo trascorso nella STASI era noto “già prima della sua nomina a tutti i partner di coalizione”. Inoltre, Holm ha accusato la Spd di voler usare il suo passato come pretesto per rallentare il piano di riforme in ambito abitativo a Berlino. Un modo chiaro e netto per dire che in ballo non c’è soltanto il suo nome, ma la tenuta dell’alleanza e una politica contro gli interessi forti del settore immobiliare. Katja Kipping, leader nazionale di Die Linke, in un’intervista per Tageszeitung, ha ammesso che «sono necessari chiarimenti all’interno della coalizione» R2G berlinese. Inoltre, alla domanda se il “caso Holm” metta in dubbio la possibilità di accordi a livello federale tra le tre forze politiche, in vista delle elezioni del 2017, Kipping ha risposto: «Il caso Homs mostra come “non” si gestisce una coalizione”. Se si vuole un cambio politico si deve essere pronti a entrare in conflitto con le lobby e capaci di affrontare l’opposizione di interessi particolari». Leggi anche: EuropaEuractivIl gruppo ALDE annuncia il ritiro della candidatura di Guy Verhofstadt e decide di appoggiare Tajani alle elezioni del Presidente del Parlamento europeo OlandaEuObserverIl Premier Mark Rutte esclude la possibilità di un’alleanza con Geert Wilders, leader della destra radicale e xenofoba in vista delle elezioni di marzo

La coalizione tra socialdemocratici (Spd), sinistra radicale (Die Linke) e verdi (Die Grünen) a Berlino è già sull’orlo di una prima crisi. E pensare che sono passati nemmeno due mesi dalla costituzione della nuova Giunta di governo.

Il motivo? Il Sottosegretario alle politiche abitative, Andrej Holm (Die Linke), si è dimesso dalla posizione, dopo un mese di polemiche legate al suo passato politico nella Germania dell’Est.

Ma chi è Andrej Holm? Innanzitutto un sociologo, esperto in materia di politiche abitative e “gentrificazione”, nonché un blogger e attivista. Holm rappresentava, fino a ieri, uno dei volti chiave della tanto attesa politica berlinese contro il caro-affitti. La lotta alla “gentrificazione” e alle emergenze abitative è infatti uno dei cardini del programma di coalizione firmato dai tre partiti di governo.

Qual è stato il “crimine” di Holm? Aver fatto parte della STASI – la polizia di Stato della Germania dell’Est –appena maggiorenne, poco prima della riunificazione tedesca. Eppure, riporta Die Zeit, non è tanto l’impiego nella STASI in sé ad aver creato la prima crisi di governo municipale a Berlino.

In particolare, come spiega Die Zeit, Holm è stato accusato di aver omesso intenzionalmente il “dettaglio” del suo arruolamento nella STASI, nel 2005, in occasione di un concorso per un posto di lavoro presso l’Università Humbold di Berlino.

Più in generale, il sindaco socialdemocratico di Berlino, Michael Müller, ha sostenuto che Holm avrebbe dimostrato di non essere in grado di “verificare gli elementi chiave della propria biografia politica e di trarne le conseguenze necessarie”. In parole semplici, Holm non sarebbe in grado di gestire il proprio passato. Le prove? Una serie di interviste e “uscite pubbliche” occorse durante gli scorsi mesi.Tecnicamente Holm si è dimesso, ma le pressioni da parte dei socialdemocratici e verdi sono state forti.

Holm ha pubblicato un lungo post sul proprio sito internet in cui afferma che il suo trascorso nella STASI era noto “già prima della sua nomina a tutti i partner di coalizione”. Inoltre, Holm ha accusato la Spd di voler usare il suo passato come pretesto per rallentare il piano di riforme in ambito abitativo a Berlino. Un modo chiaro e netto per dire che in ballo non c’è soltanto il suo nome, ma la tenuta dell’alleanza e una politica contro gli interessi forti del settore immobiliare.

Katja Kipping, leader nazionale di Die Linke, in un’intervista per Tageszeitung, ha ammesso che «sono necessari chiarimenti all’interno della coalizione» R2G berlinese. Inoltre, alla domanda se il “caso Holm” metta in dubbio la possibilità di accordi a livello federale tra le tre forze politiche, in vista delle elezioni del 2017, Kipping ha risposto: «Il caso Homs mostra come “non” si gestisce una coalizione”. Se si vuole un cambio politico si deve essere pronti a entrare in conflitto con le lobby e capaci di affrontare l’opposizione di interessi particolari».

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